Atlante, in atto di sostenere il mondo
Collezione Farnese, Roma
Atlante nella mitologia greca era figlio del titano Giapeto e di Climene (secondo altri della ninfa Asia), fratello di Prometeo (vedi " mito della nascita del primo uomo e della prima donna"). Zeus per punirlo per aver partecipato alla ribellione dei Titani (vedi " mito nascita del mondo"), lo obbligò a sostenere il mondo sulle spalle. |
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Atlante: gigante, figlio di Giapèto e
dell'oceanina Asia (secondo altri dell'oceanina Climene). E' fratello di
Prometeo, Epimeteo e Menezio. Appartiene alla generazione divina anteriore a
quella degli Olimpici, quella degli esseri mostruosi e smisurati. Partecipò
col fratello Menezio alla sciagurata guerra dei Giganti contro gli dèi
olimpi. Zeus uccise Menezio con una folgore e lo mandò nel Tartaro, ma
risparmiò Atlante che condannò invece a portare il Cielo sulle spalle per
l'eternità.
Prima che Zeus lo condannasse a quella triste pena, ebbe il tempo di avere
molti figli: con Pleione, le Pleiadi e le Iadi e il figlio Iante; con
Esperide, le Esperidi. Dione è talvolta collocata tra le figlie di Atlante.
Il Titano aveva saputo da un oracolo che un giorno un figlio di Zeus sarebbe
venuto a rubare le mele d'oro nel giardino delle Esperidi, custodite dal
drago Ladone. Per questo motivo Atlante rifiutò di dare ospitalità a Perseo,
che per vendicarsi gli mostrò la testa di Medusa, e lo trasformò così nel
monte Atlante.
Atlante tenne sempre il Cielo sulle spalle, salvo per il breve periodo in
cui Eracle lo alleviò di quel peso. Eracle, durante il compimento della sua
undicesima fatica, si era recato a cercare le mele delle Esperidi. Nereo gli
aveva consigliato di non coglierle con le proprie mani, ma di servirsi di
Atlante, alleggerendolo nel frattempo dell'enorme peso che gravava sulle sue
spalle. Appena giunto al giardino delle Esperidi, Eracle chiese dunque ad
Atlante di fargli questo favore, e chinò le spalle per accogliere il peso
del globo celeste; Atlante si allontanò e ritornò poco dopo con tre mele
colte dalle sue figlie. Egli assaporava la gioia della recuperata libertà.
"Porterò io stesso le mele a Euristeo", disse, "se tu reggerai il Cielo
sulle tue spalle per due o tre mesi ancora". Eracle finse di acconsentire,
ma poiché Nereo l'aveva avvertito di non accettare una simile proposta,
pregò Atlante di sostenere il globo per pochi minuti soltanto, affinché egli
potesse fasciarsi il capo. Atlante, tratto in inganno, posò a terra le mele
e riprese il suo carico; subito Eracle raccattò i frutti e si allontanò con
un ironico saluto.
Ercole Sostituisce Atlante